Associazione Terre dei Gambacorta onlus
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Le Terre dei Gambacorta e i risultati del Referendum costituzionale

24/12/2016

 
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Come in tutta Italia e nell’intera provincia di Benevento, anche nei quattro Comuni delle Terre dei Gambacorta la consultazione referendaria ha registrato la vittoria piena del NO sul SI.
Se nell’intera Penisola solo dodici Provincie hanno visto vincere il SI, nella Provincia di Benevento il SI ha vinto solo in quattro comuni (Foiano Valfortore, Montefalcone, Pietraroia e San Lupo). In tutti gli altri ha prevalso il No, quasi sempre con percentuali alte, e talvolta altissime: Sant’Arcangelo Trimonte (76,35%) e Benevento (70, 82%). 
Percentuali alte di NO si sono registrate anche nei quattro Comuni delle Terre dei Gambacorta: Dugenta (69,01%); Frasso (64,43%); Limatola (60,62%); Melizzano (56,05%).


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La volontà popolare ha scongiurato il rischio del mostruoso sito di stoccaggio in località Cocola.

4/12/2016

 
Per la seconda volta in pochi anni le Terre dei Gambacorta hanno corso il grave rischio di restare deturpate dalla scellerata e maldestra iniziativa di costruire un enorme impianto di stoccaggio di rifiuti pericolosi in una delle sue zone agricole produttivamente più feconde, località Cocola, comune di Frasso ma in confine con Dugenta e Sant’Agata. Zona specificamente inclusa come privilegiato Sistema territoriale di Sviluppo elaborato dal Piano Territoriale regionale della Campania e approvato con la recentissima legge regionale n.14, del 26 maggio 2016. In base alla quale, quindi, sono specificamente vietati in essa impianti di stoccaggio di rifiuti pericolosi e non. 
Nonostante questo espresso divieto appena legiferato, da parte di un’azienda privata si è comunque tentato di ottenere dal Comune di Frasso l’approvazione di un tale progetto di impianto proprio in località Cocola  (foto 1)
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Vita civile e religiosa di Santa Maria in Pesole

23/10/2016

 
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In occasione della tradizionale festività del 15 agosto in onore della Madonna di Santa Maria in Pesole, il Comitato festa ha voluto distribuire anche una breve cronistoria del culto, della chiesa e della frazione, elaborata dall’Associazione sulla base delle Visite Pastorali conservate dall’Archivio diocesano di Sant’Agata dei Goti e degli atti notarili conservate dall’Archivio di Stato di Benevento, che riteniamo opportuno contribuire a far conoscere.

vita_civile_e_religiosa_di_santa_maria_in_pesole.pdf
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Quanta bella storia sotto l'ombra di un campanile

20/6/2010

 
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(Antonella Buzzo) Don Pasquale De Rosa nei 40 anni di vita parrocchiale vive con passione la missione pastorale e le vicende dell’autonomia comunale.Vi partecipa attivamente dal 1913 - e non solo con il compito di tenere informata la popolazione che «la creatura non si è addormentata», espressione simpatica con la quale la rassicura riguardo l’iter della richiesta di autonomia durante un’omelia tenuta nel settembre del 1949 - ma ne è addirittura l’artefice. È convinto che, per storia e posizione geografica, Dugenta deve essere di nuovo Comune autonomo. Per questa causa scrive il suo libro «Dugenta negli antichi tempi ed al presente nella sua storia civile e religiosa. Ricordi e Speranze», dimenticato dalla popolazione e totalmente sconosciuto alla giovane generazione di dugentesi.


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"A Signurina"

20/5/2010

 
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(Luisa Renzi) Dai cassetti della memoria: «Catarì, ce sta a Signurina?... Putimm saglie? No!!!… Quan... putimm turnà? Catarì,… Catarììì, addò è ghiuta? Chella, muglierema, nun se sente bona, adda venì subbeto a casa, addò a vaco a chiamà?»«Signurì, sonc i quatt e matine, vuie ggià aite ascì… fa stu fridd...
«Ninù, e tu che faie ncopp u barcone a chest’ora a, spann e pann? e ninn stann buon?»
Gli echi di queste parole e i suoni di queste voci si disperdono nell'aria del cortile dove io bambina abitavo, quasi dirimpettaia. Quel balcone sempre spalancato, le tende svolazzanti al vento, e una muta preghiera negli occhi di chi, nell'arrivare, guardava lassù in alto (speramm ca ce sta).


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La storia nascosta

22/1/2007

 
(Gianluca Punzo) La raccolta fin qui effettuata di notizie utili alla ricostruzione della storia più antica di Dugenta ha bisogno di essere corredata da nuovi documenti, tanto di quelli scritti quanto di quelli materiali che potrebbero aiutarci a capire chi viveva qui e quali erano i suoi costumi, le sue suppellettili, le sue tradizioni. Manca totalmente conoscenza di iscrizioni, monete, statue, lucerne, vasi di ogni genere: brocca, piatto, bicchiere, coppa, ciotola, pentola che sia. Eppure, questi oggetti sono da sempre nel terreno, in campagna. Chi non ha mai trovato un oggetto? Anche piccolo o rotto! Chi non si è mai imbattuto, con l’aratro o la zappa o anche solo camminando nei campi, in un oggetto antico, in una tomba, in un muro distrutto o solo in piccoli cocci, frammenti di vaso? Da sempre ci lasciamo affascinare dal “pezzo” antico. “Chissà quanto vale? ” Per Dugenta quei “pezzi” hanno un valore enorme. Non un valore economico ma storico. Quei frammenti, quelle piccole monete o un qualsiasi oggetto antico potrebbero aiutarci a ricostruire la storia di un paese che quest’anno festeggia 50 anni ma che forse vive da millenni. Il Comitato per le celebrazioni del cinquantenario si sta impegnando a far rivivere momenti diversi di questi ultimi 50 anni attivandosi a creare un gruppo di persone che a vario titolo possa lavorare per Dugenta. Perché non lavorare tutti per ricostruirne anche la storia archeologica? L’aiuto che si chiede non è di tempo né assolutamente di denaro! Si tratta di partecipare alla raccolta di fotografie di pezzi antichi posseduti dalle famiglie di Dugenta. L’idea è quella di creare un archivio fotografico di tutti i reperti archeologici presenti nelle case dugentesi. Sarebbe una raccolta assolutamente anonima. Nessuno verrebbe a sapere chi possiede cosa, ma la ricerca per Dugenta farebbe un passo avanti. Chissà, un giorno si potrebbe perfino pensare alla creazione di un Antiquarium locale, di un piccolo Museo di Dugenta, capace magari di attirare l’attenzione di qualche turista. Gli incontri pubblici e le riunioni del Comitato mi hanno portato a pensare che dal movimento creato per i festeggiamenti è possibile ottenere un buon palcoscenico per far proposte anche più importanti. Ma il lavoro svolto finora e quanto ancora va fatto non può esaurirsi con i festeggiamenti. Si potrebbe cominciare a preparare i giovani studenti a fare ricerca per iniziarli allo studio futuro, all’università: potrebbero raccogliere racconti, ricordi e favole degli anziani del paese, intervistarli per costituire un archivio, una banca di notizie che rappresenta un patrimonio mai utilizzato ma utile per la storia di Dugenta.

Bisogna poi mostrare i risultati delle indagini e delle ricerche al maggior numero di persone possibile e dunque produrre mostre, fare incontri pubblici e lezioni a scuola. Potrebbero nascere così corsi di formazione per gli studenti delle scuole superiori interessati alle attività che costituiscono l’area dei beni culturali: archeologia, restauro, archivistica, etc. Ma anche corsi di formazione per coloro che, interessati al programma di indagine e ricerca, intendono collaborare alle attività del Comitato.
La ricerca per la storia di Dugenta avrà poi necessariamente bisogno di altri passi decisivi come le foto aeree e la ricognizione di tutto il territorio comunale che consentiranno uno studio scientifico dei dati e la completezza delle analisi.

Non perdiamo l’occasione che ci viene offerta dal cinquantenario di Dugenta.

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