Come in tutta Italia e nell’intera provincia di Benevento, anche nei quattro Comuni delle Terre dei Gambacorta la consultazione referendaria ha registrato la vittoria piena del NO sul SI.
Se nell’intera Penisola solo dodici Provincie hanno visto vincere il SI, nella Provincia di Benevento il SI ha vinto solo in quattro comuni (Foiano Valfortore, Montefalcone, Pietraroia e San Lupo). In tutti gli altri ha prevalso il No, quasi sempre con percentuali alte, e talvolta altissime: Sant’Arcangelo Trimonte (76,35%) e Benevento (70, 82%).
Percentuali alte di NO si sono registrate anche nei quattro Comuni delle Terre dei Gambacorta: Dugenta (69,01%); Frasso (64,43%); Limatola (60,62%); Melizzano (56,05%).
Se nell’intera Penisola solo dodici Provincie hanno visto vincere il SI, nella Provincia di Benevento il SI ha vinto solo in quattro comuni (Foiano Valfortore, Montefalcone, Pietraroia e San Lupo). In tutti gli altri ha prevalso il No, quasi sempre con percentuali alte, e talvolta altissime: Sant’Arcangelo Trimonte (76,35%) e Benevento (70, 82%).
Percentuali alte di NO si sono registrate anche nei quattro Comuni delle Terre dei Gambacorta: Dugenta (69,01%); Frasso (64,43%); Limatola (60,62%); Melizzano (56,05%).
Quasi mai, nelle diverse consultazioni referendarie, si era avuto un risultato nazionale e locale tanto uniforme. Anzi è un fatto totalmente nuovo. Né hanno contato le possibili varianti municipalistiche che, quasi sempre, condizionano qualsiasi voto politico o referendario nazionale. E’ vero che una leggerissima differenza di percentuale a vantaggio del SI emerge nei comuni di Frasso (35,57%), e di Melizzano (43,45%), retti entrambi da Amministrazioni dello stesso partito dell’ex presidente Renzi. Ma queste non hanno affatto scalfito la vittoria del NO. A Melizzano, guidata da un sindaco storico dirigente del P.D., però, il No pur vincendo registra una delle percentuali più basse dell’intera provincia, mentre a Dugenta con il 69,01% raggiunge un risultato notevolmente opposto.
Non risulta, ad oggi, che si sia svolta una specifica analisi politica locale di questo voto, che pure nazionalmente ha persino determinato le immediate dimissioni di Renzi e la nascita di un nuovo Governo. Né se ne intravedono. Resta il fatto che nell’intera vita della Provincia di Benevento mai si era avuto una tale uniformità col voto nazionale: anzi. Storicamente, sin dal Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946, il voto provinciale è stato sempre in difformità radicale con i risultati nazionali: allora mentre nazionalmente vinse la repubblica, la Provincia di Benevento assegnò il 70% di voti alla Monarchia. Continuando così in netta controtendenza anche nei successivi referendum sui diritti civili.
L’attuale e imprevista uniformità come può essere letta? Come fine (o rottura) della ben nota difformità storica del comportamento elettorale del Sannio beneventano rispetto alla Regione Campania e alla Nazione? Si tratta, quindi, di un fenomeno di importanza storica ? Può avviare una tendenza, almeno iniziale? Oppure è solo frutto di una vicenda elettorale dominata dall’antirenzismo, e i cui effetti sono già tutti finiti con le dimissioni dello stesso Renzi, unico e salvifico capro espiatorio?. Intanto della necessità di una riforma della costituzione non si parla più, e nemmeno della storica e patologica incapacità a realizzarla.
Di certo questa strana uniformità non esprime affatto un possibile superamento dello storico divario socio-economico che separa la Provincia dal resto della Nazione. La provincia di Benevento per una volta ha votato come tutte le altre, restando, però, sostanzialmente ben diversa da esse.
Di certo questa strana uniformità non esprime affatto un possibile superamento dello storico divario socio-economico che separa la Provincia dal resto della Nazione. La provincia di Benevento per una volta ha votato come tutte le altre, restando, però, sostanzialmente ben diversa da esse.