Contadino con licenza elementare, cresciuto in una comunità rurale del mezzogiorno interno nel mito del duce e della patria fascista, già padre di un bimbo di 4 mesi, a 26 anni, agli inizi di maggio 1940, Marcantonio Ciervo è richiamato alle armi e mandato in Libia, proprio nei giorni in cui Mussolini gettava il paese nel secondo conflitto mondiale.
La sua esperienza di soldato e, poi, di prigioniero di guerra - in Sud Africa, a Zonderwater, quindi in Gran Bretagna, a Loughborough - ce la racconta lui stesso, giorno per giorno, nel diario che conservò gelosamente per tutta la vita. Queste memorie, la cui pubblicazione è stata curata dalla figlia, ci restituiscono la figura di un "antieroe", di un giovanissimo padre e marito che, in nome del saldissimo legame familiare e comunitario, affronta la guerra, imposta dalla retorica fascista e imperialista, senza farsi travolgere dall'enfasi militarista.
La sua esperienza di soldato e, poi, di prigioniero di guerra - in Sud Africa, a Zonderwater, quindi in Gran Bretagna, a Loughborough - ce la racconta lui stesso, giorno per giorno, nel diario che conservò gelosamente per tutta la vita. Queste memorie, la cui pubblicazione è stata curata dalla figlia, ci restituiscono la figura di un "antieroe", di un giovanissimo padre e marito che, in nome del saldissimo legame familiare e comunitario, affronta la guerra, imposta dalla retorica fascista e imperialista, senza farsi travolgere dall'enfasi militarista.