(Sergio De Fortuna) Dal Volturno al Taburno e da Terra di Lavoro alla Provincia di Benevento è il titolo di questo nostro primo evento per la commemorazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia e della nascita della Provincia di Benevento. Con questi toponimi geografici e politico-amministrativi, abbiamo voluto racchiudere e contestualizzare una serie di accadimenti, fatti ed eventi che hanno interessato il nostro territorio, e tutte le Terre dei Gambacorta, in relazione all’epopea garibaldina, alla nascita del nuovo Regno, alla sua strutturazione politica amministrativa, con i cambiamenti che questo sconvolgimento epocale comportò e soprattutto quelli che non realizzò come l’emancipazione sociale ed economica delle masse contadine. Fallimento che fu alla base dei due fenomeni post-unitari che caratterizzarono il Meridione: il brigantaggio che abbiamo voluto simboleggiare con il richiamo al Taburno, il cui massiccio è stato teatro di quella lotta, e l’emigrazione di cui queste terre sono state protagoniste. (Con tutte le problematiche che ciò comportò, sconvolgendo vecchi assetti e favorendone di nuovi sia a livello politico, sia a livello sociale ed economico Cambiamenti che spesso si presentarono o furono visti sotto forma di conservazione e sopruso).
"Perché l'anima è più degna del corpo". I fatti di Frasso del 1909 tra religione ed economia6/6/2009
(Antonio Gisondi) Grazie alla sensibilità culturale e didattica dei docenti e del dirigente dell'Istituto comprensivo di Frasso Telesino, il 6 giugno 2009, a conclusione di un intero percorso di rivisitazione della storia della comunità locale, si è svolto un momento di riflessione a più voci sui "Fatti di Frasso" a cento anno dall'incendio del Comune e dagli sviluppi che ne seguirono sulla stampa locale e nazionale e, in sede politica, persino alla Camera dei Deputati: fatti generati purtroppo dal modo improprio di gestire il lascito di Giulia Gambacorta.
Si riporta uno degli interventi svolti il 6 giugno nella sede dell'istituto comprensivo. “Perché l’anima è più degna del corpo”: questa è la ragione, affidata solennemente al futuro e dichiarata nel suo testamento, che spinse la principessa Giulia Gambacorta (1588-1665), terziaria francescana vissuta in estrema povertà, a disporre che i suoi numerosi beni, mobili e immobili, servissero alla creazione di un educandato femminile, alla formazione cioè delle giovani civili povere di Frasso. A tal fine si preoccupò anche che quei beni fossero gestiti con rigore e oculatezza da una commissione pubblica di liberi cittadini di Frasso. La principessa Giulia, analfabeta, è pervasa sin da bambina, sia per tradizione di famiglia che per spirito del tempo, dalla religiosità femminile francescana, vissuta secondo l’austerità controriformistica. Del resto tutta la sua famiglia, iscritta alla nobiltà di seggio a Napoli, ha espresso ben quattro tra santi e beati ed è stata sempre molto impegnata nella beneficenza pubblica. |
FRASSO TELESINO
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