Per l’avv. Antonio Carrese
Rivolgo commosso, a nome della comunità di Limatola, un breve saluto di addio al carissimo amico avv. Antonio Carrese, che ha lasciato questa terra, chiamato dal Padre celeste nella sua eterna dimora.
Figlio di questa terra, con non pochi sacrifici seguì gli studi medi e poi liceali a Caserta, distinguendosi per serietà, impegno, spirito di sacrificio, senso del dovere.
Giovane laureato in giurisprudenza, a bordo della sua lambretta, iniziò la sua esperienza lavorativa, offrendo con generosità e in maniera gratuita suggerimenti, consigli e prestazioni legali ad una popolazione che da poco era uscita dagli anni bui della guerra, che annoverò tra le vittime anche due suoi fratelli, Andrea e Giovanni, fucilati dai tedeschi sulle colline di Limatola. Fu quello anche il tempo nel quale conobbe una brillante e bellissima maestra di Dugenta, insegnante della Scuola Elementare di Limatola, che divenne la sua amata consorte. Tutto il suo mondo, in quel periodo, furono la casa, la parrocchia e la scuola: la scuola media in particolare, al cui sviluppo diede un valido contributo, favorendo anche la frequenza di alunni non appartenenti al territorio di Limatola.
Amava particolarmente la sua Limatola, profondendo energia per la sua crescita umana, civile e culturale. Dal primo ottobre 1962 divenne docente di lingua francese nella Scuola Media “Leonardo Da Vinci” di Limatola, attività che svolse fino al 1978, quando fu nominato Preside incaricato nella Scuola Media di Guardia Sanframondi, dove lasciò un gradito ricordo di uomo retto e imparziale, dotato di competenza e umanità.
Non si allontanò mai dalla sua terra, se non per qualche anno, allorché fu nominato Preside di ruolo in una scuola di Bergamo e quindi in provincia di Isernia. Poi rientrò, come voleva, nella sua terra, svolgendo la sua attività di Preside a Carinaro di Caserta, dove fu molto amato e apprezzato, perché sapeva mediare e condurre a buon fine ogni iniziativa.
Incisiva fu la sua azione politica, già a partire dagli anni ’50, quando l’economia di Limatola era essenzialmente agricola e i lavori di campagna legavano gli abitanti per l’intera giornata. Il suo impegno in favore della civilizzazione del paese fu solerte. Spesso si recava a Roma per ottenere fondi necessari alla realizzazione di opere pubbliche indispensabili, a cominciare dall’edificio della scuola media, che insieme al compianto Mons. Salvatore Carrese fondò e vide crescere. Molti figli di contadini, destinati a seguire il lavoro dei padri, sottratti al lavoro dei campi, furono avviati, così, verso elevate professioni.
Dal 1965 al 1970 per volontà della popolazione ricoprì la carica di Sindaco di Limatola, distinguendosi per la realizzazione di opere, come l’ultimazione della Nuova chiesa di S. Biagio, che fu inaugurata dal vescovo di S. Agata dei Goti, essendo nel frattempo morto il vescovo di Caserta Mons. Bartolomeo Mangino.
Suo grande merito fu la costruzione della strada sul viadotto dell’acquedotto Campano, cosa non prevista nel progetto iniziale. La strada infatti aprì Limatola verso la valle caiatina e la provincia di Caserta, rendendo più agevole i rapporti con queste terre e aprendo nuovi mercati di scambio.
Piacevole era conversare con lui. Calmo, sereno, infondeva nell’animo di chi lo ascoltava la gioia della vera amicizia; quella che alla luce del Vangelo rende l’uomo fratello tra i fratelli.
Per quanto detto e per molto altro possiamo considerarlo uno degli artefici della rinascita sociale ed economica del paese, che divenne negli ultimi anni del secolo scorso “la piccola Svizzera”, per la presenza di attività industriali, che davano lavoro a tanti giovani e accoglievano lavoratori anche dei paesi vicini.
Caro avvocato Antonio, resterai sempre nei nostri cuori, perché sei stato un uomo buono, un marito esemplare, un educatore cosciente, un politico lungimirante, un vero cristiano.
Resterai un personaggio degno di essere ricordato nella storia di Limatola. Anzi con il tuo operato hai scritto una pagina della storia di Limatola.
Ti ricorderanno con affetto le centinaia e centinaia di alunni che, quando insegnavi, talvolta amorevolmente chiamavi “miei figli”. Tanti di essi li recuperasti all’obbligo scolastico, recandoti di persona presso le loro case, quando ancora non si capiva l’importanza dell’istruzione. Così ti ricorderanno tutti i cittadini di Limatola ai quali hai dato molto.
Ora preghiamo per te, mentre dall’alto ti appresti a consolare la tua amata consorte, i nipoti e i parenti tutti, la cara Rosa, che qui in questa chiesa parrocchiale fanno corona alla tua salma, insieme alla comunità di Limatola e quanti ti hanno conosciuto e stimato.
l’amico Giuseppe Aragosa, a nome dei cittadini tutti di Limatola.
Figlio di questa terra, con non pochi sacrifici seguì gli studi medi e poi liceali a Caserta, distinguendosi per serietà, impegno, spirito di sacrificio, senso del dovere.
Giovane laureato in giurisprudenza, a bordo della sua lambretta, iniziò la sua esperienza lavorativa, offrendo con generosità e in maniera gratuita suggerimenti, consigli e prestazioni legali ad una popolazione che da poco era uscita dagli anni bui della guerra, che annoverò tra le vittime anche due suoi fratelli, Andrea e Giovanni, fucilati dai tedeschi sulle colline di Limatola. Fu quello anche il tempo nel quale conobbe una brillante e bellissima maestra di Dugenta, insegnante della Scuola Elementare di Limatola, che divenne la sua amata consorte. Tutto il suo mondo, in quel periodo, furono la casa, la parrocchia e la scuola: la scuola media in particolare, al cui sviluppo diede un valido contributo, favorendo anche la frequenza di alunni non appartenenti al territorio di Limatola.
Amava particolarmente la sua Limatola, profondendo energia per la sua crescita umana, civile e culturale. Dal primo ottobre 1962 divenne docente di lingua francese nella Scuola Media “Leonardo Da Vinci” di Limatola, attività che svolse fino al 1978, quando fu nominato Preside incaricato nella Scuola Media di Guardia Sanframondi, dove lasciò un gradito ricordo di uomo retto e imparziale, dotato di competenza e umanità.
Non si allontanò mai dalla sua terra, se non per qualche anno, allorché fu nominato Preside di ruolo in una scuola di Bergamo e quindi in provincia di Isernia. Poi rientrò, come voleva, nella sua terra, svolgendo la sua attività di Preside a Carinaro di Caserta, dove fu molto amato e apprezzato, perché sapeva mediare e condurre a buon fine ogni iniziativa.
Incisiva fu la sua azione politica, già a partire dagli anni ’50, quando l’economia di Limatola era essenzialmente agricola e i lavori di campagna legavano gli abitanti per l’intera giornata. Il suo impegno in favore della civilizzazione del paese fu solerte. Spesso si recava a Roma per ottenere fondi necessari alla realizzazione di opere pubbliche indispensabili, a cominciare dall’edificio della scuola media, che insieme al compianto Mons. Salvatore Carrese fondò e vide crescere. Molti figli di contadini, destinati a seguire il lavoro dei padri, sottratti al lavoro dei campi, furono avviati, così, verso elevate professioni.
Dal 1965 al 1970 per volontà della popolazione ricoprì la carica di Sindaco di Limatola, distinguendosi per la realizzazione di opere, come l’ultimazione della Nuova chiesa di S. Biagio, che fu inaugurata dal vescovo di S. Agata dei Goti, essendo nel frattempo morto il vescovo di Caserta Mons. Bartolomeo Mangino.
Suo grande merito fu la costruzione della strada sul viadotto dell’acquedotto Campano, cosa non prevista nel progetto iniziale. La strada infatti aprì Limatola verso la valle caiatina e la provincia di Caserta, rendendo più agevole i rapporti con queste terre e aprendo nuovi mercati di scambio.
Piacevole era conversare con lui. Calmo, sereno, infondeva nell’animo di chi lo ascoltava la gioia della vera amicizia; quella che alla luce del Vangelo rende l’uomo fratello tra i fratelli.
Per quanto detto e per molto altro possiamo considerarlo uno degli artefici della rinascita sociale ed economica del paese, che divenne negli ultimi anni del secolo scorso “la piccola Svizzera”, per la presenza di attività industriali, che davano lavoro a tanti giovani e accoglievano lavoratori anche dei paesi vicini.
Caro avvocato Antonio, resterai sempre nei nostri cuori, perché sei stato un uomo buono, un marito esemplare, un educatore cosciente, un politico lungimirante, un vero cristiano.
Resterai un personaggio degno di essere ricordato nella storia di Limatola. Anzi con il tuo operato hai scritto una pagina della storia di Limatola.
Ti ricorderanno con affetto le centinaia e centinaia di alunni che, quando insegnavi, talvolta amorevolmente chiamavi “miei figli”. Tanti di essi li recuperasti all’obbligo scolastico, recandoti di persona presso le loro case, quando ancora non si capiva l’importanza dell’istruzione. Così ti ricorderanno tutti i cittadini di Limatola ai quali hai dato molto.
Ora preghiamo per te, mentre dall’alto ti appresti a consolare la tua amata consorte, i nipoti e i parenti tutti, la cara Rosa, che qui in questa chiesa parrocchiale fanno corona alla tua salma, insieme alla comunità di Limatola e quanti ti hanno conosciuto e stimato.
l’amico Giuseppe Aragosa, a nome dei cittadini tutti di Limatola.